IL GENOCIDIO È UN GRANDE AFFARE
Intervista a Moni Ovadia*
Alberto Deambrogio**
Alberto Deambrogio: Qual è secondo te l’elemento saliente del rapporto di Francesca Albanese?
Moni Ovadia: L’elemento saliente è che Francesca Albanese ha messo in evidenza verità che sono terribilmente scomode per il potere mainstream, cioè gli affari che si fanno sul genocidio, che si sono fatti sull’apartheid e su tutto ciò che Israele fa subire al popolo palestinese. Oltre a essere un’interminabile oppressione e colonizzazione, oltre a essere diventato un genocidio, la parola è questa , ed è inutile cercarne un’altra. Lei ha messo in evidenza che su questi orrori si fanno lauti guadagni, si fanno affari da parte degli speculatori, che non hanno minimamente a cuore la pace perché vivono di guerra. La guerra è un grande affare, lo era e lo è rimasto, i francesi usano l’espressione l’argent fait la guerre.
A.D.: Che pensi delle sanzioni degli U.S.A.?
M.O.: Le sanzioni volute da Trump contro la persona specifica di Francesca Albanese sono la dimostrazione che lei ha colpito nel segno. Se ciò che Francesca Albanese ha scritto fosse stata una rivoluzione di cose note, magari esposte con la passione la lucidità e la chiarezza che le sono proprie, non avrebbe provocato sanzioni. Queste ultime sono la prova provata delle denunce degli affari sporchi di sangue di chi opprime il popolo palestinese, lo sta sterminando, gli ha imposto ogni sorta di vessazioni e l’ha sottoposto a furti delle sue risorse. Queste sanzioni sono contro tutte le regole del diritto internazionale, sono un vero schifo e proprio la dimostrazione che alla presidenza degli Stati Uniti di Donald Trump e ai suoi accoliti non frega nulla della legalità internazionale; essi agiscono solamente in base al criterio della forza, della prepotenza, del privilegio.
A.D.: Che idea ti sei fatto del comportamento del nostro Governo?
M.O.: Il nostro Governo si comporta come il governo di una colonia, di una dépendance. Giorgia Meloni ha mandato in soffitta, nel dimenticatoio, anche il suo orgoglio sovranista. Ha mandato naturalmente in soffitta tutto quello che aveva detto prima di essere eletta, e si comporta convenzionalmente come tutti quei governi che non servono gli interessi dei cittadini, che non difendono l’identità nazionale e la sua indipendenza, ma cerca appunto di stare nel mainstream. Questo le dà garanzia di quello che lei dichiara come prestigio nazionale. Prestigio un bel niente! Non c’è nulla di prestigioso nell’essere letteralmente appecoronati al governo degli Stati Uniti, che è un governo che sta facendo cose raccapriccianti anche contro cittadini americani; un governo il cui unico intendimento, da cui la nostra Presidente del Consiglio sembra prendere esempio, è di criminalizzare, reprimere in tutti i modi, anche con provvedimenti letteralmente liberticidi, gli oppositori. Ecco, Giorgia Meloni si inventa complotti della sinistra, si inventa un clima da Brigate Rosse, di odio che non esiste, proprio per seguire l’esempio di Donald Trump e limitare il potere delle opposizioni. Una democrazia si caratterizza invece per lo statuto dell’opposizione, delle minoranze perché il Governo già governa con molto potere. L’attacco è assolutamente surrettizio, capzioso fatto di retorica e di non verità, per non dire di aperte menzogne. É un Governo che semplicemente si accoda alla tradizione di chi serve, di chi attacca l’asino dove vuole il padrone. Ecco, il padrone sono gli Stati Uniti d’America.
A.D.: E del nostro Presidente della Repubblica?
M.O.: La mia opinione sul Presidente della Repubblica, fatto salvo il rispetto dovuto all’istituzione, è la seguente: mi sembra che il nostro Presidente si distingua per irrilevanza, quello che fa e che dice nella maggior parte dei casi è irrilevante. Ogni tanto, poi, fa anche qualche terribile svarione come quello di aver apparentato Putin a Hitler e la Russia alla Germania nazista con una dimenticanza gravissima. I sovietici hanno avuto 27 milioni di morti, dei quali 12 milioni russi. Quello che ha patito la Russia dai nazisti è stato inenarrabile, anzi, se se ne tenesse veramente conto, si capirebbe perché la Russia non ha accettato il dispiegarsi delle armi della NATO in Ucraina con un piano di accerchiamento che ha coinvolto a poco a poco molti vicini. Mettere armi della NATO agli stretti confini della Federazione russa rappresenta una messa in grave pericolo per la sicurezza della Federazione stessa. Da questo punto di vista il Presidente non ha detto nulla, così come anche rispetto a certe leggi di tratto chiaramente liberticida, a partire da quella sui rave. Quando si limitano le facoltà, i diritti, le titolarità dell’opposizione, un Presidente della Repubblica con piena contezza della sua funzione dovrebbe intervenire più e più volte. Mattarella non lo ha fatto per quieto vivere, per non creare troppi problemi. Voglio qui citare due presidenti della Repubblica che hanno assunto posizioni diverse da queste: uno è stato il nostro indimenticabile Sandro Pertini, l’altro è stato Oscar Luigi Scalfaro. Quest’ultimo, era un democristiano con certe intemperanze da democristiano, però per lui la Costituzione era un valore intangibile. Mi sembra che sia molto, molto più lasco ed elastico il presidente Mattarella con le evidenti manipolazioni della Costituzione repubblicana a partire dalle armi date all’Ucraina esattamente contro il suo dettato, che prevede il ripudio della guerra. Quindi, francamente, questo Presidente, al di là del rispetto dovuto alla carica, all’istituzione, non è per me, non mi rappresenta, decisamente non mi rappresenta.
A.D.: E del resto del mondo, visto che Albanese è stata riconfermata nella sua funzione?
M.O.: Noi abbiamo visto il comportamento del resto del mondo, di molti paesi, non posso dire di tutti, ma decisamente la gran parte dei paesi aderenti all’Onu ha mostrato molta maggior autonomia dall’imperatore americano. Quando Netanyahu è entrato la scorsa volta all’ONU gran parte dei rappresentanti di questi paesi sono usciti dall’aula, sicché lui li ha insultati definendoli come una palude antisemita. Questo è naturalmente il manganello che i sionisti usano per intimidire; è una cosa sconcia accusare di antisemitismo uno che critica le politiche di uno stato sovrano, veramente sconcia. Incomincia però a non funzionare più. Personalmente mi spendo molto quando vengo chiamato a intervenire per dire: rispondete all’accusa di antisemitismo sbeffeggiando quelli che ve la fanno, irridendoli perché è chiaramente un uso strumentale dell’insulto e poi è anche uno strumento di censura oramai molto, molto, molto degradato e consunto. Certo, l’antisemitismo esiste, ma quella è un’altra cosa totalmente diversa. Criticare anche duramente, molto duramente la politica dei sionisti non è antisemitismo, al contrario fa molto bene agli ebrei. Ecco, il resto del mondo, una buona parte di esso rispetto al nostro Paese, che si ritiene tanto importante, è decisamente meglio.
A.D.: Infine, qual è la tua idea del rapporto tra responsabilità individuale e trasformazione collettiva? In un mondo in cui domina il senso di impotenza, la singola persona mostra che può cambiare molto…M.O.: Faccio riferimento, lo faccio spesso, alla canzone di Giorgio Gaber: democrazia è partecipazione. Solo una piena responsabilità individuale può produrre una trasformazione collettiva. Sbagliano coloro che dicono: ma io cosa posso fare? Molto! Ciascuno di noi, anche il più debole, può fare molto dando la sua presenza ogni volta che ci sono riunioni collettive, per denunciare le ingiustizie del mondo. Abbiamo visto in questa circostanza rinascere lo spirito di lotta, ritornando a occupare le piazze. I grandi fenomeni di trasformazione del mondo sono arrivati così. Ricordiamo quanto l’allora segretario della Cgil Cofferati chiamò in piazza quasi tre milioni di persone. Fu ritirata una legge ingiusta, che poi fu rifatta dai cosiddetti progressisti nel silenzio generale. Non illudiamoci, questo dobbiamo capirlo dobbiamo, capirlo tutti: il tempo della delega è finito. Questa cosiddetta democrazia liberale rappresentativa è un cadavere, un cadavere ambulante, uno zombie. Allora perché anche i politici invece di servire i gruppi di potere ritornino a essere al servizio dei cittadini, la mobilitazione collettiva in manifestazioni, in disubbidienze civili come ci ha insegnato Gandhi e in altre forme di questo tipo è fondamentale. Quando i politici torneranno ad essere rappresentanti dei cittadini, allora anche loro ci penseranno due volte a servire interessi speculativi o volti a carpire facili ricchezze con risorse pubbliche. Dobbiamo ritornare in particolare a occupare le piazze e anche farci sentire attraverso i media sociali con grande vigore e grande forza, senza cedere mai. La lotta è il principio attraverso il quale si trasforma il mondo. Guardate, cito a esempio il movimento femminista. Certo, alla fine non ha ottenuto tutti i suoi obiettivi, però io vi posso garantire, avendo ottant’anni, che le trasformazioni che quel movimento ha provocato nel mondo, perlomeno nel mondo avanzato, sono state molto importanti per fare progredire la società. Per cui non cedete mai al cinismo, non cedete mai alla logica del “ma io cosa posso mai fare?”. Se ognuno che sente, si mobilita, con i suoi limiti, senza pretendere di fare tutto, per fare la sua parte, per quello verrà giudicato. Non tutti siamo Ernesto Che Guevara, non tutti siamo Martin Luther King o Nelson Mandela, ma possiamo fare sì che i Martin Luther King e Nelson Mandela futuri trovino quel supporto che permette loro di progredire. Tutte le grandi personalità del cambiamento vengono da un terreno di cultura che è prodotto dalla collettività. Tutti gli individui che compongono questa collettività danno una grandissima forza. Allora non rinunciate mai, non fatevi prendere dalle pigrizie depressive o dal cinismo. Guai a noi! Dobbiamo fare di tutto per emendare questa società da ingiustizie che gridano vendetta al cielo. Peccato che il cielo sia muto per il momento, ma io non sono credente. Dico però: se veramente una volta invece di essere 100.000 saremo 5 o 6 milioni, vuoi vedere che arriva anche il cielo in soccorso? Una volta mi hanno mandato un bellissimo messaggio whatsapp con un pensiero che non ricordo di chi fosse che diceva: “Dio anche se non esisti non è che potresti darci una mano?”. Io credo che Dio, anche se non esiste, se ci mobilitiamo tutti ma proprio tutti, forse può darci una mano anche dalla sua grandiosa non esistenza.
*Moni Ovadia, ebreo sefardita, è un teatrante e un attivista per i diritti sociali e universali.
**Alberto Deambrogio è un operatore sociale. Ex consigliere regionale, è attualmente segretario regionale piemontese di Rifondazione Comunista