“Andai perché ci si crede”. Il testamento dell’anarchico Serantini

Dmitrij Palagi

Michele Battini, “Andai perché ci si crede”. Il testamento dell’anarchico Serantini, Sellerio, Palermo, 2022

La storia dell’anarchico Serantini, nel libro di Michele Battini, è un modo per parlare di potere, repressione e politica. Una riappropriazione della storia italiana, attraverso una precisa ricostruzione di quello che è accaduto a un ragazzo di ventuno anni, morto tra il 5 e il 7 maggio del 1972, mentre era nelle mani dello Stato.

L’autore, docente universitario di storia, ha iniziato a scrivere questo volume 50 anni fa: si tratta di un’esperienza diretta vissuta da un testimone degli eventi ed elaborata nel corso dei decenni, riscritta alla luce della documentazione disponibile.

Un testo preciso sul piano scientifico e nel metodo di ricerca, capace di aprire uno scorcio sulla categoria della violenza. L’invasione russa in Ucraina ha riaperto una discussione, anche nell’eterogeneo mondo della pace, sulla liceità di vendere armi: tra i temi toccati nelle pagine di “Andai perché ci si crede” (Sellerio, 2022) c’è la spiegazione della scelta della sinistra extraparlamentare di praticare la violenza nelle piazze, ma non il terrorismo.

La continuità dell’apparato italiano tra regime fascista e istituzioni repubblicane, soprattutto sul piano della repressione, definisce il contesto di sfiducia nella possibilità della progressiva affermazione di una via italiana al socialismo.  Inoltre, le dittature di Spagna, Portogallo e Grecia suggeriscono la conferma di una compatibilità tra liberalismo e fascismo. Si sceglie quindi di alzare il livello dello scontro, praticando azioni illegali, come la volontà di impedire all’MSI di tenere un comizio elettorale.

Durante gli scontri Franco Serantini viene fermato, arrestato, aggredito e abbandonato in condizioni di salute precarie, fino a trovare la morte. Una storia tragicamente simile a tante altre, come quelle di Cucchi e Aldrovandi.

Cosa c’è quindi in questo importante libro? La storia di una città, Pisa, in una fase di lotte e trasformazione. La storia di una parte della sinistra di classe italiana, soprattutto di una parte di Lotta Continua (il legame con Adriano Sofri è esplicito ed esplicitato). La storia di un giovane cresciuto e morto nelle istituzioni totali. Una riflessione sulla solitudine dei sommersi e delle sommerse, di come la loro mancata salvezza possa essere utile per un ricordo che permetta di resistere anche ai tempi presenti. L’impegno a non abbandonare il terreno della cultura, a rimettere al centro la realtà e l’umanità, spengendo il flusso costante della contemporaneità invasiva e digitale. Un legame forte e leale con quella fiducia nei propri ideali che portò Franco Serantini a scendere in piazza da “cane sciolto”, pagando con la vita una scelta militante. Una denuncia di come lo Stato sia pronto a nascondere i suoi crimini e reprimere il dissenso, ignorando sistematicamente ogni diritto umano, anche in un regime democratico.

Battini recupera e rinnova il testo di Corrado Stajano, Il sovversivo, pubblicato per la prima volta da Einaudi nel 1975 e oggi disponibile grazie alla nuova pubblicazione de Il Saggiatore, aggiungendo molto della propria lettura di ciò che è stata l’Italia nel recente passato.

«Andai perché ci si crede» è la risposta data da Serantini durante l’interrogatorio, quando gli è stato chiesto di rispondere della partecipazione alla manifestazione durante la quale è avvenuto l’arresto. Un testamento appunto, raccolto in pagine intense e da leggere più di una volta, specialmente per chi è nato dopo quegli eventi, e non riesce immediatamente a cogliere tutte le sfumature e i riferimenti.

Sono passati solo 50 anni ma appare davvero un’epoca molto più distante per chiunque sia deciso a una vita militante, nel XXI secolo, nonostante alcune parole d’ordine e scelte di campo possano suonare familiari.

La restituzione di questo scorcio di storia è anche un avviso sulla forza della fede e su quanto sia potente per difendersi dalla repressione e dall’oppressione, sulle sue possibili conseguenze e su come possa diventare pericolosa se travalica i limiti della ragione.

In conclusione, una lettura necessaria.

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