Il significato della seconda guerra mondiale

Sergio Dalmasso

Ernest MANDEL, Il significato della seconda guerra mondiale,Roma, Punto critico, 2021, pp. 313, 15 euro.

Ernest Mandel (1923- 1975), belga nato in Germania da famiglia ebraica, scampato alla morte dai lager nazisti, è stato militante politico, tra i maggiori dirigenti della Quarta internazionale, autore di fondamentali studi storici ed economici di impronta marxista, sino alla Storia sociale del romanzo poliziesco che ne dimostra la grande poliedricità.

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Il suo testo sulla seconda guerra mondiale, scritto nel 1986 e solamente oggi pubblicato in Italia, acquista una nuova particolare attualità, davanti ai crescenti venti di guerra, al vergognoso uso dell’informazione e al coro unanime delle formazioni politiche da destra a “sinistra”.

Il grande merito dello studio è dato dall’impostazione marxista che evita le interpretazioni soggettivistiche (la pazzia di Hitler, la megalomania di Mussolini) per ricercare le matrici materiali del conflitto, nello scontro tra opposti imperialismi per l’egemonia in Europa e nel mondo, per il controllo delle fonti energetiche e delle materie prime, per rimettere in discussione i fragili equilibri stabiliti dai trattati successivi alla fine del primo conflitto mondiale.

Questa scelta comporta la continua analisi della produzione bellica, delle condizioni materiali (cibo, condizioni di vita della popolazione) dei paesi interessati, dell’informazione e della capacità di mobilitazione nella ricerca del consenso. Comporta, soprattutto, il superamento di una angusta visione eurocentrica con l’attenzione al fronte del Pacifico, all’espansione giapponese, allo scontro con gli USA e all’emergere della Cina.

Il rifiuto di tesi soggettivistiche e dello schema democrazia/totalitarismo porta Mandel ad analizzare  cinque diversi conflitti che si intersecano – guerra interimperialistica per l’egemonia -guerra di difesa dell’URSS – guerra cinese anti imperialista – guerra di liberazione nazionale dei popoli dell’Asia – guerra di liberazione nazionale combattuta in Europa.

Ancora, alla base della guerra vi sono i fatti di un intero ventennio: – la sconfitta del “biennio rosso” e dell’ipotesi rivoluzionaria – l’affermarsi del fascismo in Italia – il massacro dei comunisti in Cina – la crisi del 1929 – la vittoria del nazismo – la guerra civile in Spagna.

E’ negata, quindi, l’interpretazione di comodo di una vittoria del nazismo come fatalità storica, di fatto irripetibile, che cancella le gravi responsabilità delle forze sociali e politiche che al nazismo hanno portato: – la grande finanza – il capitale industriali – la grande proprietà terriera – l’esercito – l’apparato statale oltre che le complicità internazionali di chi ha visto nella reazione di destra il modo migliore per opporsi alla temuta avanzata del movimento comunista.

Hitler e Mussolini, in questo quadro, non sono, quindi, che figure che il capitale ha selezionato, in una determinata fase, per meglio incarnare i propri interessi: l’opposizione alle forze operaie, ma soprattutto l’esigenza di allargare la sfera di influenza economica, politica e militare.

Il testo, nella sua chiara impostazione marxista, ha, ancora, il merito di mettere in luce non solamente i crimini nazisti, ma le tremende colpe commesse anche dalle altre forze in campo, dalla spartizione della Polonia di cui è corresponsabile l’URSS, ai massacri coloniali e alla totale negazione dei diritti umani da parte delle “democrazia” francese, inglese, olandese, sino ai bombardamenti a tappeto sulla Germania, negli ultimi mesi di guerra e all’uso della bomba atomica su due città giapponesi nell’agosto 1945.

La vittoria degli USA è lo strumento per l’estensione del suo modello economico- sociale- culturale e della sua visone istituzionale su gran parte del mondo. Ne è conseguenza la storiografia che parla di una “guerra giusta”, del “bene contro il male”, negando tutta l’analisi strutturale che è trascurata anche da parte di analisi, non solamente giornalistiche.

La lettura del testo di Mandel è antidoto a questa  deriva.

In appendice al libro è pubblicato un contributo dell’autore sul tema del genocidio nazista, Premesse materiali, sociali e ideologiche del genocidio marxista. Ancora un esempio di analisi strutturale su un tema che Ezra Mandel, ebreo e comunista, ha drammaticamente vissuto in prima persona.

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