Il suprematismo bianco

Alessandro SCASSELLATI SFORZOLINI, Il suprematismo bianco. Alle radici di economia, cultura e ideologia della società occidentale, DeriveApprodi, Roma, 2023

Elena Pastre

All’interno del complesso, incerto e contrastato scenario economico e politico attuale, il libro analizza il fenomeno del suprematismo e del terrorismo bianco che investe tutti i paesi occidentali. Vengono accuratamente ricostruite le caratteristiche di questo fenomeno, attraverso l’analisi delle sue basi storiche, economico-politiche, culturali e ideologiche, delle narrazioni retoriche delle forze politiche conservatrici e di destra, delle trasformazioni indotte dal neolibe- rismo.

Ne emerge un mondo apocalittico e dispotico che affonda le proprie secolari radici nel colo- nialismo e nella nascita del capitalismo. D’altro canto, il suprematismo bianco è insito nella costituzione e nelle politiche dell’immigrazione degli Stati Uniti, “faro della democrazia globale”. Se negli anni Sessanta i movimenti sociali per i diritti civili hanno messo in discussione questo carattere fondativo della società americana, forme di razzismo e suprematismo continuano a essere istituzionalizzate nelle politiche del welfare e della sicurezza interna, in un mondo sempre più paranoico e classista. Il libro si sviluppa sulla convinzione che per affrontare il fenomeno del suprematismo bianco e comprenderne il radicamento nelle culture e società occidentali, è necessario condurre un’analisi critica di “lunga durata” dei rapporti di forza – economici e politici – che queste società hanno storicamente avuto e continuano ad avere con le popolazioni “colorate” (non-bianche) del resto del mondo. Relazioni che dal XV secolo continuano ad essere fortemente asimmetriche e squilibrate.

La tesi di fondo dello studio è che oggi il suprematismo bianco rappresenta uno dei sintomi più emblematici della crisi di questo dominio e, più in generale, della crisi del capitalismo globale – la globalizzazione – regolato dal neoliberismo attraverso accordi free trade e le “istituzioni di Bretton Woods”.

Una crisi sistemica che si dipana con l’emersione di un mondo multipolare e policentrico caratterizzato da rapporti sempre più problematici e tesi tra le tre cosiddette superpotenze dotate di grandi arsenali nucleari, Stati Uniti e i loro alleati occidentali, Cina, Russia, e un nu- mero crescente di paesi emergenti non occidentali del “Sud globale”, per cui si è aperta una nuova fase storica, quella della globalizzazione selettiva basata su una frammentazione dell’economia-mondo in blocchi geopolitici e geo-economici in via di “disaccoppiamento” – un blocco euro-atlantico con i suoi satelliti in Asia orientale e Oceania e un blocco euro-asiatico in formazione – che esprimono diversi modelli di sviluppo capitalistico e di rapporti strutturali tra sistema tecnologico e finanziario e sistema sociale e politico, e sono in forte competizione tra loro per la supremazia economica, politico-militare e culturale.

Il quadro teorico con cui il libro è stato scritto è quello dell’economia politica informata dall’analisi storico-antropologica, mentre il suo spiri- to origina dalla consapevolezza di quanto profonda, estesa e complessa sia la crisi che oggi investe il pianeta. È una crisi onnicomprensiva e onnipresente, in cui geopolitica, capitalismo, crisi finanziarie, conflitti armati, disuguaglianze socio-economiche, cambiamenti climatici e divisioni razziali, etniche e religiose si intrecciano, alimentandosi e potenziandosi a vicenda in una spirale sempre più catastrofica. Pertanto, il libro è un tentativo di analizzare un fenomeno assai inquietante come il suprematismo bianco e, allo stesso tempo, provare ad interpretare e a «mettere in ordine» il caos globale, ossia costruire un quadro interpretativo e una narrativa in grado di fornire alcuni strumenti per comprendere l’apparente anarchica condizione presente del mondo in cui viviamo. Un mondodecisamente in subbuglio.

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