La creazione del Bloco de Esquerda in Portogallo

Luis Fazenda *

Una nascita pianificata

Nel 1999, su proposta di uno dei partiti, si riunirono i leader di tre partiti, ovvero: União Democrática Popular (UDP), Partido Socialista Revolucionário (PSR) e Política XXI (PXXI). All’UDP, partito costituente del regime democratico portoghese, aderirono i marxisti-leninisti, il PSR era costituito dai rappresentanti della Quarta Internazionale trotzkista, e i membri del PXXI erano dissidenti del Partito Comunista su una linea di sinistra socialista. A quel tempo, decidemmo di organizzare un nuovo partito/movimento, con una prospettiva generale di emancipazione del lavoro e del socialismo, ecologia e femminismo, un partito democratico, con diritto di tendenza e parità di genere. Stabilimmo un accordo di fusione, con un calendario per le operazioni immobiliari e finanziarie, la formazione di strutture nazionali e regionali con elementi provenienti dai tre partiti.

L’UDP aveva 2.000 militanti e candidati nelle municipalità locali, il PSR ne aveva circa 400 e il PXXI ne aveva circa 100. Nelle strutture nazionali – Ufficio Nazionale e Comitato per i Diritti – i tre partiti avevano la garanzia del diritto di eleggere un numero uguale di membri. L’accordo prevedeva già le liste di candidati per le elezioni europee e nazionali del 1999 e sarebbe durato tre anni. Alle elezioni del Parlamento portoghese, l’UDP cedette il primo seggio a un esponente di spicco del PSR, sfruttando la sua popolarità e stimolando la fiducia tra i partner.

Inoltre, prevedeva la rotazione dei deputati di tutte le aree e i generi. In seguito, l’accordo fu ridotto a due anni, poiché ci si rese conto che il processo di fondazione era già stato completato. Da quel momento in poi si giocò la partita democratica interna, con la ragionevolezza di mantenere gli equilibri per molti anni. I vecchi partiti potevano rimanere fuori dal Blocco di Sinistra, interdetti dall’attività pubblica se non per atti commemorativi, senza affiliazioni intrinseche agli organismi del Blocco di Sinistra, e così molti militanti divennero temporaneamente attivi in due partiti.

Il Blocco di Sinistra è cresciuto con molte persone che non appartenevano ai tre partiti iniziali, diventando addirittura la maggioranza e, circa dieci anni dopo, i partiti “storici” sono stati sciolti. Nel corso della vita del Blocco di Sinistra, abbiamo avuto maggioranze e minoranze interne che non hanno più nulla a che fare con i vecchi partiti. Per l’approvazione dell’Accordo si sono tenuti congressi straordinari dei tre partiti originari, che si sono svolti senza grandi incidenti e con grande entusiasmo. I militanti dei tre partiti originari si iscrissero direttamente al Blocco di Sinistra, anche se una piccola minoranza non lo fece. Da quel momento in poi, ogni persona ebbe la possibilità di esprimere il proprio voto, anche se per i primi due anni l’esercizio del voto fu condizionato dai limiti dell’Accordo.

Abbiamo adottato un programma politico di lotta e di alternativa al neoliberismo e abbiamo sostenuto una globalizzazione equa e democratica contro l’imperialismo, anche prima di chiudere l’accordo interpartitico.

Abbiamo scelto un percorso politico di sinistra che non rivendica alcuna origine ideologica particolare, se non il marxismo o altre ideologie progressiste. Finora abbiamo evitato qualsiasi scissione dottrinale. I militanti, o gruppi di militanti, possono approfondire questa o quella corrente dottrinale, ma il Partito/Movimento non fa queste scelte. È stato necessario legalizzare il partito con le firme di 5.000 elettori. L’Assemblea di fondazione ha approvato nel 1999, con il voto dei militanti, il Programma e gli Statuti precedentemente discussi, che devono essere rivisti ogni due anni. Le sanzioni disciplinari sono state introdotte negli Statuti solo quattro anni dopo, per fugare il timore che alcune minoranze potessero essere messe da parte nel processo iniziale del partito/movimento.

Questo processo è stato possibile solo grazie alla profonda autocritica del cosiddetto socialismo reale, ma senza abbracciare il campo della socialdemocrazia. Il socialismo con democrazia è antagonista della gestione capitalista, sia essa conservatrice o social-liberale.

La nascita del Blocco di Sinistra è stata accompagnata da un’intensa campagna di pubblicizzazione delle sue principali proposte con un’agitazione con immagini e di poche parole, con la presentazione del simbolo e della sigla con prospetti di prossimità.


* Luis Fazenda è dirigente del Bloco de Ezquerda portoghese, Deputato, membro del segretariato del Partito della Sinistra Europea.

Foto da www.facebook.com

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