La guerra capitalista. Competizione, centralizzazione, nuovo conflitto imperialista

Moni Ovadia

Emiliano Brancaccio, Raffaele Giammetti, Stefano Lucarelli, La guerra capitalista. Competizione, centralizzazione, nuovo conflitto imperialista,Milano, Mimesis, 2022

Da diversi anni seguo il cammino di pensiero e di elaborazione teorica del grande Emiliano Bramcaccio. La sua impressionante competenza, l’adamantina lucidità e la sua onestà intellettuale sono per me un faro ed un conforto. Negli ultimi anni del liceo e in quelli dell’università ho fatto anche studi economici che per quanto rapsodici mi consentono un po’ di distinguere l’argento dalla mica. Brancaccio è argento vivo, perché il suo sapere critico vivifica il senso della “scienza” economica smascherando gli ideologismi corrotti dell’economia e della politica economica al servizio dei potenti, le aggressioni spietate al sacro valore dell’uguaglianza, della libertà individuale e sociale, e della democrazia autentica. Brancaccio apre orizzonti e praterie ad un nuovo progetto di società in cui gli strumenti economici si pongano al servizio di un umanesimo radicale.

In questi giorni in collaborazione con i suoi valenti colleghi Raffaele Giammetti e Stefano Lucarelli esce un’opera dal titolo programmatico di “La guerra capitalista” che è a mio parere un lavoro necessario per tempestività e lungimiranza. Questo studio mostra con sguardo inappuntabile e inconfutabile perché la ipertrofica concentrazione dei capitali porta ineluttabilmente alle guerre che trascinano l’umanità verso un esistenza di miseria consumistica, nuovo schiavismo e brutale sfruttamento degli ultimi. Questo capitalismo è una metastasi che si auto riproduce per devastare l’umanità a favore dell’insensata, patologica e delirante ricchezza di pochissimi. 

Questa indagine è fondamentale per orientarsi nell’apparente caos che disorienta chi subisce l’infodemia dell’informazione mainstream. Non è solo per specialisti, è per tutti coloro che sono disposti ad abbandonare la marea montante dello starnazzìo/propaganda dei media, per applicarsi a restituire dignità alla propria intelligenza.

                                                  Moni Ovadia

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