Raniero Panzieri, l’iniziatore dell’altra sinistra

Elena Pastre

Paolo FERRERO (a cura di), Raniero Panzieri, l’iniziatore dell’altra sinistra, postfazione di Marco Revelli. Shake edizioni, Milano 2021

Cento anni fa nasceva Raniero Panzieri. Dirigente politico in grado di passare dalla direzione delle lotte contadine in Sicilia alla co-direzione della rivista “Mondo operaio”, dalla traduzione del secondo libro di “Il Capitale” con sua moglie Pucci Saja alla progettazione dell’inchiesta operaia alla Fiat.

Questo libro curato da Paolo Ferrero, con la postfazione di Marco Revelli, ci permette di conoscere la figura di Panzieri e il suo pensiero, attraverso l’introduzione curata dallo stesso Ferrero e venti testimonianze che lo raccontano, dalla Sicilia a Roma agli anni di “Quaderni Rossi” a Torino.

Un libro quindi di presentazione di Panzieri e della sua epoca con molti spunti che riguardano l’attualità di Panzieri oggi.

La tesi del libro è che il Nostro sia una figura troppo poco conosciuta e studiata. L’obiettivo del libro è quindi la valorizzazione della figura e del pensiero di Panzieri, individuandolo come vero e proprio iniziatore della “altra sinistra”. Viene sottolineato come dopo il ‘56, dal disastro dello stalinismo, che rischia di portarsi con sé tutto il movimento socialista e comunista, Panzieri ne esca in avanti, individuando una nuova strada per il movimento rivoluzionario. Lo fa tornando a Marx, sviluppando positivamente contraddizioni che il movimento socialista e comunista non aveva saputo risolvere e soprattutto applicando il metodo di analisi marxista in forma creativa alla realtà del neo-capitalismo. Panzieri individua così una terza via alternativa a stalinismo e socialdemocrazia, fondata sul protagonismo di massa dei soggetti sociali. Il libro sottolinea come questa elaborazione rappresenti, a tutti gli effetti, un nuovo inizio, una strada ancora tutta da percorrere e da sviluppare.

Il volume contestualizza quindi la figura e l’elaborazione di Raniero Panzieri, conosciuto soprattutto per essere stato nel 1961 il fondatore dei “Quaderni Rossi”, analizzando tutto l’arco del suo impegno culturale e politico. Fine teorico in grado di rinnovare l’interpretazione marxiana sul nodo capitale-lavoro, è stato anche dirigente di primo piano nel Partito socialista degli anni Cinquanta. Da segretario regionale siciliano alla testa dei movimenti bracciantili fino alla guida della rivista teorica “Mondo operaio”. Destinato alla “carriera politica”, nel momento in cui il partito si adagia nella politique politicienne, lo abbandona e intraprende vie nuove di elaborazione e sperimentazione sociale.

Dopo essere stato licenziato dalla Einaudi nel 1964 per motivi politici, muore giovanissimo a soli 43 anni, consegnandoci una figura tutta da scoprire, di straordinaria attualità. Panzieri, a partire dalla ricerca di una uscita da sinistra, libertaria e classista dallo stalinismo pone chiaramente il nodo della rivoluzione in Occidente. Dall’analisi del neocapitalismo fino all’inchiesta operaia, il filo rosso della sua riflessione è questo.

Il libro contesta apertamente la tesi secondo cui Panzieri sarebbe il “padre” dell’operaismo di Tronti e di Negri – che hanno abbandonato l’esperienza dei “Quaderni Rossi” proprio in virtù dei dissensi teorici e politici – ma piuttosto un marxista creativo che ha cercato e individuato nuove strade per un’altra sinistra. Strade che stanno dinnanzi a noi, non dietro di noi: dall’analisi dell’innovazione tecnologica all’invenzione di una dimensione della politica che valorizzi le soggettività sociali e il loro protagonismo.

Questo libro, attraverso le testimonianze dirette di chi l’aveva conosciuto, a cento anni dalla sua nascita ci restituisce quindi la possibilità di cogliere il tragitto esistenziale, politico e teorico di una delle grandi figure della sinistra italiana.

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