Un lungo cammino

Francesca Frediani *

Sono cresciuta con un’idea della politica come mondo lontano dai cittadini, chiuso nei suoi privilegi e impenetrabile per chi non avesse i giusti “agganci”. Per questo motivo, ancora oggi, mi pare impossibile ritrovarmi a occupare un ruolo politico.

L’avvicinamento alla politica attiva è stato un percorso graduale e quasi naturale: dai cortei No TAV in Val di Susa, alle piazze stracolme di rabbia e speranza di Beppe Grillo, fino all’attivismo nel Movimento 5 Stelle e alla candidatura per il Consiglio Regionale, nel 2014.

Dopo una prima legislatura, ho avuto la possibilità di svolgere un secondo mandato, segnato da eventi particolarmente pesanti: la nascita del Governo giallo-verde e la decisione di Conte, a fronte di un’analisi costi-benefici negativa, di proseguire ugualmente con la realizzazione del TAV. Da qui è nata la mia lunga e difficile riflessione, che mi ha portato nei mesi successivi a lasciare il M5S.

La mia esperienza personale è soltanto una delle tante vissute da quanti avevano creduto nella nascita di un progetto di reale partecipazione e nella possibilità di portare i cittadini senza esperienze precedenti partitiche ad avvicinarsi alla politica attiva ed entrare nelle istituzioni. Una speranza che, alla prova di governo, si è infranta contro un muro fatto di barriere elevate dal “sistema” a propria difesa, ma anche da incoerenze poco comprensibili dagli elettori e dagli attivisti, che hanno portato alla perdita di credibilità.

La delusione provocata dal M5S ha avuto un impatto significativo sull’intera società. Molti dei sostenitori hanno abbandonato il partito, perdendo ogni interesse per la politica. Dopo le ultime elezioni parlamentari è emersa con ancora maggiore evidenza la questione dell’astensionismo: il partito del “non voto” è ormai stabilmente il “primo partito” d’Italia. Questo dato costituisce un elemento di preoccupazione anche rispetto al livello di legittimità del sistema rappresentativo. 

UP: la risposta a una destra pericolosa e incompetente

In questo contesto, la destra ha iniziato ad accrescere il suo consenso, portando la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, ad occupare, prima donna nella storia del nostro Paese, la poltrona di Presidente del Consiglio. Ma questi primi mesi di governo hanno dimostrato una perfetta continuità con il Governo Draghi, sia sulla questione della guerra in Ucraina che sul piano economico-finanziario, accompagnata da preoccupanti iniziative legislative che esprimono il peggio sul fronte della negazione dei diritti, della repressione del dissenso, delle politiche rivolte ai migranti. Il tutto condito da una diffusa carenza di competenze tecniche e giuridiche che avranno un impatto devastante sulla società e la politica italiana negli anni a venire.

In questo desolante contesto, la mia esperienza nel parlamentino piemontese sembrava pertanto destinata a spegnersi lentamente, in un isolamento percepito dentro e fuori dall’aula, mantenendo come pressoché unico collegamento quello con il mio territorio e il movimento No TAV.

Fortunatamente, grazie a un incontro organizzato proprio dagli oppositori alla Grande Opera Inutile, la scorsa estate, al presidio di San Didero, situato davanti al cantiere della sede del futuro autoporto, ho avuto modo di conoscere gli esponenti di Nupes e di confrontarmi, tra gli altri, anche con Simona Suriano, ex M5S come me e fondatrice di Manifesta. Questa occasione mi ha aperto nuove prospettive e ha riacceso l’entusiasmo perduto, facendomi intravedere possibilità di azione politica che da tempo non riuscivo più ad immaginare.

La giornata di confronto con gli eletti d’Oltralpe ha rappresentato per tutti noi presenti il confronto con la testimonianza concreta di un lungo percorso avviato da Jean-Luc Mélenchon, finalizzato a unire realtà di sinistra ed ecologiste francesi per presentarsi alle elezioni con candidati e programmi condivisi. Un modello cui si affianca in parallelo Unione Popolare, dove il ruolo di guida è attualmente assegnato a Luigi De Magistris, ex sindaco di Napoli che ha dimostrato grande coerenza e capacità di mediazione amministrando la sua città, e che ha infatti ricevuto l’endorsement del leader francese nel corso della sua visita a Roma lo scorso settembre.

Il percorso di Unione Popolare nasce il 9 luglio 2022 dalla convergenze tra vari partiti e associazioni tra cui DemA, Manifesta, Potere al Popolo e Rifondazione Comunista, oltre a numerose persone provenienti dalla società civile, su alcuni temi fondamentali: lavoro, ambiente, diritto alla salute, difesa di risorse pubbliche strategiche, con un approccio saldamente ancorato ai principi del pacifismo e dell’antifascismo.

Al primo appuntamento elettorale rilevante, le elezioni politiche del 25 settembre, si è presentato pertanto come soggetto nuovo e ancora poco conosciuto, ottenendo (comprensibilmente) risultati non particolarmente soddisfacenti dal punto di vista delle percentuali di consenso, ma dimostrando una grande capacità di mobilitazione della base, arrivando a raccogliere le firme sufficienti in tempi molto brevi e in pieno periodo estivo. Una prova di grande determinazione e unità di intenti che induce a guardare al futuro con fiducia, in vista dei prossimi impegni, come le elezioni Europee o quelle regionali in Piemonte.

Organizzazione e Comunicazione

Ed è proprio in vista di questi appuntamenti che appare improrogabile dotarsi in tempi brevi di un’organizzazione chiara ed efficiente, capace di rispondere alle richieste di coordinamento e condivisione che già provengono dai territori e a quelle che si presenteranno nei prossimi mesi, con i ritmi affannosi della campagna elettorale.

Il percorso di costruzione del nuovo soggetto politico deve pertanto proseguire celermente con la ricerca della modalità più adatta a mantenere le identità e le esperienze delle forze politiche fondatrici, facendo tesoro anche degli errori del passato, e integrarle con i contributi derivanti dalla presenza di soggetti espressione della società civile. Ogni realtà appartenente ad UP, grazie alle sue peculiarità e alla sua storia, può dare il suo contributo unico ed imprescindibile, arricchendo la proposta politica unitaria.

Credo che, affinché si possa agevolare l’equilibrio interno, la caratteristica primaria della struttura organizzativa di UP debba essere quella di garantire in piena trasparenza la partecipazione degli iscritti ai processi decisionali e la rappresentatività dei diversi territori, dal momento che Unione Popolare ha l’ambizione di essere una forza di livello nazionale e per questo destinata a confrontarsi con realtà differenti.

Non siamo di fronte, infatti, alle ormai abituali alleanze tra partiti, talvolta vere e proprie accozzaglie destinate a sgretolarsi sotto il colpo di veti incrociati o di divergenze sui contenuti dei programmi, ma a una vera e propria unione che ha come collante principale la volontà di ricostruire una vera Sinistra, dopo anni in cui questo spazio è stato occupato da personaggi che hanno avuto più attenzione per le stanze del potere che per il popolo, privilegiando di conseguenza gli interessi della classe medio-alta.

Ed è proprio l’aggettivo “popolare” che ci ricorda il punto da cui dobbiamo ripartire. Il contatto con quella che viene comunemente definita “vita reale” non deve mai venire meno, occorre pertanto radicarsi sui territori e trovare modalità che consentano di riconoscere le esigenze e cogliere le problematiche delle persone, per portare avanti azioni concrete, con la presenza costante all’interno delle lotte, ma con un parallelo e coerente lavoro nelle istituzioni.

Sfide e opportunità

Non neghiamo che nel percorso che dobbiamo affrontare esistano alcune difficoltà, che tuttavia non giudichiamo insormontabili. Confrontarsi con realtà piuttosto distanti dalle proprie esperienze non è sempre facile, soprattutto quando l’esigenza di concretizzare l’azione nelle istituzioni si scontra con quella di discutere per arrivare a posizioni condivise. Non bisogna sottovalutare poi la necessità di conciliare e far convivere gli approcci differenti delle realtà politiche più storiche e strutturate, con quelle più giovani e più vicine ai movimenti di lotta, nonché con le realtà indipendenti non associabili a partiti. Serve pertanto un importante lavoro di confronto e mediazione per trasformare un aspetto che potrebbe essere potenzialmente fonte di divisioni e conflitti interni, in un punto di forza unico e irripetibile nel panorama politico del Paese.

Ma per raggiungere tale scopo, occorre garantire il libero dibattito interno e la possibilità di rappresentare le proprie visioni senza timore di essere tacciati di dissidenza ed emarginati per questo motivo.

In ultimo, ma si tratta di un aspetto fondamentale, i soggetti che hanno aderito ad UP dovrebbero considerare il fatto che, se si vuole guardare veramente al futuro ed attrarre nuove forze, in particolar modo i giovani, occorre aggiornare i propri schemi interpretativi della società, oltre che il linguaggio e la nomenclatura. La nostra società nel giro di pochi decenni ha subito trasformazioni radicali, inimmaginabili fino a pochi anni fa, anche e soprattutto a seguito della straordinaria diffusione delle nuove tecnologie e dei social, e deve necessariamente essere letta con chiavi interpretative nuove. Basti pensare alle nuove precarietà nel mondo della Gig Economy, dove è possibile essere licenziati attraverso un’app, o al disagio che emerge in modo sempre più netto, alimentato dalla crudeltà che corre attraverso il web. Si tratta di temi che vanno affrontati con consapevolezza e competenza, anche attraverso il coinvolgimento e l’ascolto delle giovani generazioni, spesso distanti dal mondo della politica.

Ecco: spero che Unione Popolare possa diventare un laboratorio in cui comprendere la realtà ed affrontarla con l’esperienza sapientemente coltivata negli anni, ma senza la presunzione di poter trovare risposte e soluzioni unicamente applicando gli schemi del passato.


* Francesca Frediani è nata a Genova, vive da anni in Valsusa, dove si è avvicinata al Movimento No TAV. Dal 2014 è stata eletta nelle liste 5 Stelle in Consiglio regionale. Dal 2022, dopo il passaggio al Gruppo Misto, ha aderito ad Unione Popolare.

Foto da www.facebook.com

Print Friendly, PDF & Email